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Tarocchi

Ho iniziato a comporre questo mazzo di Tarocchi nel 2005, come esplorazione del mio mondo interiore.
I 22 Arcani maggiori sono un sistema simbolico completo, in grado cioè di descrivere le principali forze che si possono incontrare/mettere in campo nella vita. Sono una buona base per conoscersi meglio e per collocare quello che succede, dentro e intorno a noi.


Per la meditazione mi baso su un mazzo di Tarocchi marsigliesi. Ho scelto un mazzo tradizionale per essere più vicina possibile alla forma e al nucleo di significato originario. Mazzi più moderni sono interpretazioni derivate da questo e presentano una maggiore stratificazione di significati: se non si ha padronanza dei simboli di base del sistema, non sono un buon punto di partenza.
La difficoltà di lavorare con un mazzo tradizionale è che è un sistema criptato. All'inizio le carte sembrano mute; cariche di significati che viaggiano sotto traccia, ma mute. Per superare questo ostacolo  bisogna immergersi nel loro mondo simbolico. Io ho letto il Wirth, poi Jodorowsky.  Ho messo le carte in sequenza e ho notato i particolari che ritornano da una carta all’altra. Mi sono allenata a collegare le situazioni  della vita di tutti i giorni alle carte.


Meditare su una carta significa ricavarsi un momento tranquillo per osservare la carta tradizionale con attenzione.  Bisogna annotare i simboli principali che contiene (compresi nome e numero), la direzione in cui si muove, l’impressione che lascia, i particolari apparentemente insignificanti che per qualche motivo colpiscono l’attenzione.  Le prime volte questo lavoro è lungo da fare, si annotano tante cose e si fa fatica a estrarre il nucleo di significato principale. Con il tempo il processo diventa più facile, ci si abitua a individuare gli elementi fondanti, le annotazioni diventano più sintetiche e precise. Riuscire a sintetizzare in poche frasi il nucleo di significato di una carta è un segno che si è sulla strada giusta, si comincia a parlare la lingua dei Tarocchi.


Una volta che il simbolo è stato assorbito si passa alla creazione artistica, ossia lo si proietta in una forma adatta alla propria natura. Disegnandolo, la meditazione si approfondisce,  perché ci si trova a dover risolvere graficamente i punti chiave. A me piace mantenermi fedele alla struttura di base del simbolo, perché credo che le forme non siano state create a caso, ma riflettano precisi significati: quindi, per fare un esempio, se c’è una spada puntata verso il cielo nella carta marsigliese,  la mantengo in questa posizione e non la giro puntandola verso la terra; puntata verso il cielo parla di un ideale, se la girassi verso terra racconterebbe un affondo e avrebbe tutto un altro significato.


Nonostante il mio approccio filologico sia piuttosto rigido, il percorso figurativo è evoluto con me, agganciandosi progressivamente al sistema tantrico del Trika. Per questo il mazzo porta il nome di Kaulika, Tarocchi del lignaggio Kula. Le prime carte erano abbastanza tradizionali, le ultime sono profondamente tantriche. Questo è avvenuto naturalmente,  man mano che il sistema indiano prendeva spazio e respiro nella mia vita.
Quando medito una carta marsigliese mi pongo il problema di quali simboli del sistema tantrico risuonino con lo stesso nucleo di significato. Esiste quasi sempre un modo di tradurre un nucleo di significato da un sistema simbolico all’altro; questo è possibile perché i significati di base sono universali. Ovviamente la traduzione simbolica pone dei problemi, e nel mio caso il principale è il passaggio dal sistema marsigliese, che è duale, costruito per elementi contrapposti, a un sistema non duale, in cui tutti gli opposti sono visti come espressione di Sé. Di solito la soluzione sta nell’aggiungere elementi, in modo da orientare la struttura senza togliere la base. È il sistema che ho usato per esempio nella Temperanza, dove sono passata dal marsigliese Angelo della Temperanza con due vasi… alla Dea Ganga, quindi analoga figura femminile con due vasi… ma seduta sulla testa del Signore Shiva.


Quando la meditazione funziona, si verifica uno strano fenomeno: la vita si orienta a seconda del principio che in quel momento è sotto la lente d’ingrandimento della propria attenzione. Questo  a volte può essere piacevole, e altre … proprio per niente! Per esempio meditando sulla Forza si possono scoprire risorse profonde … e meditando sulla Torre spigoli difficili da smussare. E non è soltanto la consapevolezza interiore che cambia. Anche la cosiddetta “realtà esteriore”, quello che succede intorno a noi, è come si orientasse: a me è capitato di incontrare il mio compagno dopo aver concluso la carta dell’Imperatore, e di correre per terminare la carta XIII mentre il Covid mieteva vittime in tutto il mondo. Mi è successo talmente tante volte che il modo stesso in cui guardo agli eventi si è spostato… la vita è davvero un grande Gioco di carte!


Prima di cominciare questo lavoro stavo per smettere di disegnare. Mi ero stufata di disegnare sempre le stesse cose… evolveva lo stile, ma non la conoscenza di me stessa. La sequenza dei Tarocchi mi ha spinta a prendere coscienza di aspetti della vita che non avevo mai considerato. Essere su un cammino di conoscenza significa riconoscere il valore di ogni aspetto della vita, anche quelli più scomodi. Non si rifiuta niente, tutto si può attraversare, tutto ha qualcosa da insegnare ed è degno di essere disegnato. Questo punto di vista sulla vita mi ha donato una grande serenità.  Auguro ogni bene a chi vorrà intraprendere il cammino della Conoscenza, qualunque sia il sistema simbolico che utilizzerà.


 

I
 

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IIII
 

4.L'Imperatore.png

VII
 

7.Il Carro.png

XIII
 

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...
 

XVI
 

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LA TORRE
 

II
 

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V
 

5.Il Papa.png

VIII
 

8 La Giustizia.png

XI
 

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XIV
 

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LA TEMPERANZA
 

XVII
 

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LE STELLE
 

III
 

3.L'Imperatrice.png

VI
 

6.Gli Amanti.png

IX
 

9 L'Eremita.png

XII
 

12 L' Appeso.jpg

XV
 

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IL DIAVOLO
 

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